Torino e dintorni: lago del Moncenisio

Il mezzo più comodo per raggiungere il lago del Moncenisio da Torino è l’auto o la moto. Si trova a circa 90 km dal capoluogo piemontese. A Susa uscite dall’autostrada A32 (Torino-Bardonecchia) e percorrete i tornanti in direzione della Francia. Sì, perché il lago si trova appena dentro il territorio francese. Passerete tra paesi formati da pochissime case e spopolati, e forse questo è ciò che da loro fascino. Poco prima del paese Bar Cenisio (si chiama proprio bar, avete capito bene!) vi troverete di fronte a un incrocio Francia vs. Moncenisio. Noi abbiamo sbagliato e abbiamo svoltato per Moncenisio, ma abbiamo scoperto che il paese non si trova dove sorge l’omonimo lago, che invece si trova più avanti. Quindi, tirate dritto per la Francia.

Veduta dall’argine – Foto di Senza sosta

Quando andare al lago del Moncenisio?

Il periodo più indicato è quello estivo, perché di solito il varco è aperto da maggio a ottobre. Noi ci siamo stati nel mese di luglio e consigliamo sempre una giacca leggera, perché può capitare di trovare forte vento.

Un po’ di storia…

Il lago del Moncenisio attualmente in Francia, è stato nel territorio italiano fino al trattato di Parigi del 1947, quando al termine della Seconda Guerra Mondiale vennero ridisegnati i confini nazionali. Al posto del grande lago artificiale che conosciamo noi oggi, esisteva un lago più piccolo. Nel 1921 fu costruita una prima diga di contenimento e ricostruita con argine in terra nel 1968.

Sul lago insistono tre forti militari, il forte di Varisello, il forte Roncia e il forte Cassa. I primi due abbandonati, il terzo distrutto. Abbiamo visitato il primo e nonostante tutte le guide indichino questo come una struttura in grande conservazione, noi l’abbiamo trovato abbastanza fatiscente e pericoloso da visitare, seppure vi sia una transenna con un avviso che invita a non entrare. Noi non siamo entrati.

Il forte di Varisello – Foto di Senza sosta

Il forte Varisello è subito visibile dal piazzale dove parte la strada che corre sopra l’argine in terra e si chiude dopo qualche tornante proprio al forte. Negli ultimi anni dell’Ottocento e ai primi del Novecento l’Italia non godeva di buoni rapporti con la Francia per cui si decise di costruire diversi forti a ridosso del confine italiano. In realtà, il forte non entrò mai in funzione perché si scoprì che i muri non erano adatti a resistere alle granate “torpedini”. Venne utilizzato per poco tempo come magazzino di artiglieria, e poi utilizzato come bersaglio di prova per i test dei cannoni 149A. Ancora adesso è possibile vedere i danni provocati dalle cannonate.

Visti gli esiti negativi dei test, i tre forti furono radiati dall’albo delle fortificazioni attive e utilizzati come magazzini e alloggi per le truppe che transitavano al confine.

 

Percorrendo la strada che costeggia il lago, si arriva alla parte in cui si trovano le strutture ricettive, come il bar e il ristorante. Accanto, sorge una chiesa dalla forma piramidale, abbastanza particolare, costruita nel 1968 dalla società elettrica francese (EDF) per ricordare la campagna di Napoleone Bonaparte in Egitto.

Se si continua sulla strada, si attraversa il “passo” e dopo una serie ti tornanti (che nel mese invernale diventano piste da sci) si arriva nel grazioso paese di Lanslebourg-Mont-Cenis.

Consigliamo infine il mese estivo per vedere le numerose marmotte!

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